Milano, Arcimboldi. E' la prima del concerto di David Gilmour, forse il chitarrista col miglior mix di tecnica e innovazione nello sviluppo del suono che sia mai esistito.
David è stato il chitarrista dei Pink Floyd e continua a gestire la macchina di un gruppo che, con questo nome, non pubblica un disco da 13 anni.
Ha pubblicato un disco: On A Island che non ha niente a che vedere con quelli dei Pink, ma, pur con poche idee, è suonato in maniera impeccabile.
L'aria è elettrica, molto. Il teatro è pieno e io sono in terza fila di fronte al palco e vedo tutto Cristo Santo.Proprio tutto.Mai avrei immaginato di vedere il mo eroe ( lo è diventato per l'assolo finale di Comfortably Numb). Non ho occhi che per il palco.
Entra lui e il gruppo.
Phil Manzanera: chitarra ritmica (d' ya know Roxi Music?)
Steve di Stanislao:batteria; onesto e giovane
Guy Pratt: basso; il bassista delle ultime due tournee dei Pink, ha sostituito il bassista di ruolo: Roger Waters
Rick Wright; Sinth e Keyboards; sapete chi è e quanto ha sofferto con Waters
Jon Carin: Sinth e Keyboards; ha suonato nelle ultime tournee di Pink e nell' ultima di Waters.
Dick Parry: Il sax di Shine on e Dark Side; un tuffo al cuore.
Si parte con le prime tre canzoni del disco (lo eseguirà tutto) e il pubblico appalude sommessamete ed è in religioso silenzio.
Poi alla fine della terza LUI ringrazia e annuncia che fra un pò ci saranno un pò di "familiar songs" ed è un boato.Tutti non vediamo l'ora che finisca di eseguire il suo disco.
Finisce e c'è una pausa, rientra e subiito è Shine On. Parte il tappeto di sinth ed entra lui da solo con la chitarra ed illuminato dall'occhio di bue. Il pubblico si scalda, l'esecuzione è impeccabile ma troppo fredda fino a che nella parte 6 di Shine On entra Dick Parry e fa il suo assolo di sax.
Illuminato dall'occhio di bue si arrampica sulle note con una maestria unica e poi di scatto passa dal baritono al tenore facendosi scivolare i sax sulla spalla.L'ultimo pezzo di tenore è strappalacrime, ci guardiamo e ammiriamo ancora una volta che cosa può produrre un musicista di rango (pensate che prima di tornare a suonare Dick Parry faceva il falegname!)
Poi è il momento di Wearing the inside Out e Rick canta con una voce flautata mentre David fa i cori e, poi dopo Wot's Uh The Deal parte Breathe e noi siamo sulla pista di decollo.
L'alchimia vocale di Breathe è perfetta e poi c'è quel BREATHE BREATHE IN THE AIR! che noi cantiamo come un mantra ossessivo facendo lip sinching sulla voce originale.Ma quando arriva TIME ci guardiamo e non ci sembra vero. Il ticchettio dell'orologio è fuori tempo con le percussioni ma subito di Stanislao si adegua e tutto torna come prima e parte quel TICKING AWAY THE MOMENTS THAT MAKE UP A DULL DAY che noi cantiamo come fosse l'ultimo urlo della nostra vita e poi parte il primo assolo di chitarra. Io vedo tutto. Vedo le dita muoversi veloci fra una corda e l'altra vedo lui con le pupille piantate sui tasti e vedo le sua smorfie, quella bocca storta che sottolinea le parti più spettacolari dell'assolo, una perfetta simbiosi uomo - strumento che sfocia in un suono che ti entra dentro e risputi, suonandolo a modo tuo con la bocca , come se fosse l'ultima cosa che fai prima di venire.
Tutti vedono cosa vuol dire concentrarsi con la mente e con i sensi sullo strumento, e tutti capiscono cosa significa essere coinvolti tan't'è che anche dalle ultime file della galleria al momento di TO HEAR THE SOFTLY MAGIC SPELLS si alza un urlo animalesco da bestia trionfante.
Dopo questa prima sbornia è il momento della seconda. Parte, con qualche incertezza da parte di Wright, Echoes e sono 18 minuti di pura e impeccabile musica. Anche qui David si esibisce fondendo il suo corpo con la chitarra e con una mimica facciale che neanche Yoda può vantare.
Nessuno si aspettava la suite di Echoes, nessuno si aspettava che si potesse suonare così, tutti sono ammirati ed esaltati.
E' tempo di enchores, di Wish you Were Here (impeccabile) e di Comfortably Numb un pò veloce forse ma con un assolo finale che grazie sempre alle famose smorfie di David è puro melodramma applicato alle sei corde.
E' la fine. siamo svuotati, stanchi e felici. Siamo appagati, privilegiati e in paradiso.
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