giovedì 30 agosto 2012

ESPERIENZA STUPENDA

MIlano, 6 giugno 2012.
Eccoci. E’ l’ennesimo concerto con uno dei miei compagni di evventure. Parliamo di Buzz il Caldo che da Riccione cala con tutta la sua imponenza a Milano. Ci siamo passo in moto prenderlo in un nuovo hotel in periferia a formadicubodicemento e via con lo scooterone datato da tante avventure musicali si va verso il Meazza. Arriviamo e aspettiamo il Generale Lee anche lui forumista della prima ora di Fegiz e appassionato in trance del Boss. A me Bruce non ha mai preso fino in fondo in tutto questo tempo.Mi ci sono applicato l’ho ascoltato e ne riconosco il valore ma non so perché non mi sono stracciato le vesti per lui. E’ la mia terza volta con lui e ci vado quasi, non so, per inerzia. Ma in fondo mi rendo conto che sono curioso soopratutto del suo ritorno a San Siro dopo le note vicende di quei mentecatti minchioni che anni fa fecero causa al suo promoter italiano (Claudio Trotta) perché Bruce si, Lui, sforò di 20 minuti oltre la mezzanotte roviinando i sonni del quartiere… Non mi deluderà. Entro allo stadio e le scariche elettriche sono nell’aria. Dicono che inizierà alle 8 e deve chiudee per le 24.Passano le 8 e niente. Entra alle 8:40. Entra il gruppo e poi lui inutile descrivere la bolgia fino al terzo anello inutile segnalare nel parterre quel disabile che privo delle gambe sta in una carrozzina elettrica e gira come una trottola e impenna la carrozzina sbilanciandosi all’indietro.Inutile segnalare sconosciuti che si guardano negli occhi e si cantano le canzoni del Boss.Il mood è questo. Lui intanto va avanti, spacca, macina.Non fa pause. Tira il fiato dopo un ora e un quarto quando in concerti normali di altri artisti allo scadere dellpra e 15 si comincia a pensare ai bis. Inutile ridirlo, il gruppo lo segue pronto ad assecondare ogni suo improvviso volere ogni sua improvvisazione.E’ incredibile quello che succede come il pubblico lo incita e si ha la sensazione che lui il pubblico lo voglia toccare tutto con mano, parlare con ognuno dei 60’ mila farsi raccontare la sua storia, consigliarlo. Questo traspare nitidamente. Il suono è ruvido ma anche rotondo, la sezione dei fiati da alle canzoni un tono quasi allegro un tocco da banda di paese che ci mette tutti di buonumore anche in presenza di testi duri e di denuncia. Intanto lui va come una locomotiva, suona e parla. Ci dice che lui è al nostro fianco nella crisi e tutti ci credono e nessuno può convincerli del contrario. Non ci inganna, nessuno pensa che sia un cazzaro mistificatore. Non lo è. Scende fra le prime file stringe mani passa microfoni ai bambini e li fa cantare li porta sul palco e noi tutti ci sentiamo li sul palco con lui a fare quattro chiacchere e intanto suona. Arrivano le 23 e continua a suonare. Comincio ad essere stanco e lui suona si muove e abbraccia persone. Le 23:30 sta per finire penso.Finisce la canzone e poi si stende per terra (si tratta di Born in the USA) intanto il gruppo va avanti. Si sdraia sul palco.fa segno sul dito che lui no, ha finito, non si alza più. Li rimane steso e non si muove. LA gag va avanti la musica pure finche non arriva little steven e gli strizza due spugne imbevute d’acqua sulla camicia e allora si lentamente con finta fatica si rialza.E si va avanti. Sono le 23 45 si chiude… No! Parte dancing in the dark e allora si materializza sul palco una ragazza che è salita su dalle prime file.sono su lati opposti del palco. Avanzano l’uno di fronte all’altro. Lei è incredula cammina piano. La E street macina note. Lui sorride.Ha le braccia aperte cammina verso di lei.Si abbracciano e ballano. Lei gli sussurra all’orecchio e lui sussurra paterno. Il nipote di Clarence Clemmons prosegue il suo assolo infinito di Sax. Buce la prende in braccio e deposita la ragazza sulle prime file.Dalla parte opposta del palco. E’ incredibile. Siamo senza parole. Si continua con Im Going Down. C’è il terremoto. Poi Glory Days. I fiati spaccano le tribune. Guardo l’orologio siamo a mezzanotte e 10. Parte Twist e& Shout.Non ci crediamo. E’ l’ultima canzone. Il mio registratore segna 3 ore e 40. Sono stanco, incredulo e soddisfatto.Non mi straccerò mai le vesti per il Boss certo lui per me non è David Gilmour. Ma sono testimone di un altro evento storico. E’ il secondo concerto più lungo della sua carriera. Fra Bruce e san Siro cè sempre stato una rapporto speciale che lui ha sempre alimentato.E’ fiorita una mitologia basata su fatti incontrovertibili: il darsi dell’artista al suo pubblico Anche oggi si è dato in maniera totale.Da non credere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concerto da brividi, concordo sull'evento storico! Mi piacerebbe vederlo un giorno tra il granito della nostra terra dopodiche posso anche morire (si fa per dire :-))