martedì 22 novembre 2011

CHARLIE ON DA ROCKS...




Milano, 27 settembre 2011.
Lo spettacolo è alle 9
Mi fiondo in piscina faccio due bracciate e na’ sauna e poi casa a violentare un blocco di prosciutto crudo che non resiste ai colpi della mannaia (prosciutto al coltello…)
Risalto in moto e via destinazione Blue Note. Rapido incontro cor bigliettaro e poi mi fiondo all’ingresso dei camerini.
Mi posiziono,aspetto. Ci sono tre persone. Uno di questi ha una maglia nera con stemma Paiste ( piatti di Charlie).E’ il suo assistente.
Parliamo. E’ con lui da tempo ma non ha mai fatto i tour degli Stones.Ha invece lavorato dieci anni con Bill Wyman (ex bassista degli Stones) e con i suoi Rhyrhm Kings. Gli mostro il mio zaino con vari dischi e cofanetti. Chiedo. Estraggo un pennarello indelebile. Dice che forse, che in certi casi…
Esce una babbiona di un metro e 27 che sembra essere la sua manager. Le stringo la mano. Vede la mercanzia e la afferra e la porta dentro. Speriamo. La nonna esce e i dischi e cofanetti sono firmati da Charlie.Mi lancio in mille inchini. Mi si spacca una vertebra per stare alla sua altezza.
Aspettiamo, ma siamo tre fan irriducibili. Esce il contrabassista. Escono i due pianisti. Scendono. Vengono annunciati.
Charlie non esce.
I due partono a “pianeggiare” battendo a tempo il piede sul palco il pubblico ha un atteggiamento interlocutorio.
Charlie esce dal camerino mi guarda sorride e gli sorrido e gli dico bravo Charlie.
Mi dice ciao. E’ un 70 enne in forma piena con la sua lacoste gialla e i jeans neri.
Porta i pantaloni di una taglia inferiore alla mia. Mi sembra un saggio.
Si siede alla batteria gli altri gli sorridono. La batteria è essenziale come il suo stile in fondo pesta in maniera regolare e la sua estrazione jazz si vede.
Lo spettacolo dura 45 minuti ed è uno spettacolo da cotton club, da nuvole di fumo inesistente e da atmosfere rarefatte.
I pianisti ce la mettono tutta per coinvolgere il pubblico. Uno di loro addirittura nella foga alza il piano con le ginocchia e lui, Charlie, è sempre lì impassibile che suona e a volte sorride con i suoi compari.
Il concerto finisce e tutti fanno l’inchino al pubblico. Risalgono verso i camerini e li aspetto sempre io e gli risorrido. Decido che vedrò da imbucato anche il secondo spettacolo.
Aspettiamo davanti ai camerini durante la pausa. Altri si accalcano chiedendo che esca a firmare dischi e a fare foto. Non esce. Io mostro la mia mercanzia
Intanto fra noi pochi che abbiamo presidiato all’inizio affiorano i ricordi.
C’è chi dice di avere avvistato Charlie alla fieracavalli di Verona. Chi di averlo visto solitario in giro all’Isola Bella. Ognuno ha il suo aneddotto.Un vecchio reduce degli Stones sostiene di essersi intrufolato da poco a Villa Nellcote a Villefranche (la villa dove gli Stones registrarono strafatti Exile on Main Street) e di averla girata. Dopo si è infilato una muta tuffandosi dal promontorio con un fucile ha preso un bel polpo. Insomma gli Stones aiutano la pesca.
Io faccio la mia porca figura con i racconti dei concerti degli Stones visti e tutti mi guardano con rispetto.Il tempo passa ed è ora del nuovo spettacolo.
Ci saranno in sala 60 persone. Che peccato. Scelgo di essere il 61esimo e mi rivedo lo spettacolo risalutando Charlie che mi sorride.
La Nonna di cui ho parlato prima va a sedersi in fondo col tecnico di Charlie.
Verso la fine mi avvicino li saluto e anch’io me ne vò.
Ho visto uno degli Stones da vicino. Sono soddisfazioni.

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