mercoledì 25 giugno 2008

RADIOHEAD:I PINK FLOYD A PEZZETTI...



Milano,
18 giugno. Concerto eco sostenibile? Enviromentally friendly? E cosi sia.
Dopo una giornata di marketing laterale e CRM mi precipito a casa a Milano con i mezzi pubblici (metro), mi rimetto la mia tenuta da concerto e inforco la mountain bike - Carrefour da 50 euro (volete rubarmela? Avanti!). Mi dirigo dalla zona navigli all'arena civica facendo lo slalom sui marciapiedi fra passseggini claudicanti e mamme ai primi caldi (alcune direi molto interessanti...)
Arrivo. Il clima ben rappresentato da Carlo Vedone in Un sacco Bello è palpabile, esiste, esistono quelli con le tracolle di juta, con le treccine rasta e le canottiere da muratori che coprono panze da Peroni, con le tuniche bianche,la barba incolta e gli occhi spiritati. Tutto esiste ma io sono un pesce fuor d'acqua con la mia maglietta gialla dei Nine Inch Nails. Me ne fotto.
All'Arena civica ho il posto prato, vado davanti al palco, appena sufficiente direi ma adatto ad un posto al chiuso. Noto come secondo me quelli delle gradinate non sentiranno niente ne vedranno (i megaschermi assomigliano ai Mivar da 14 pollici...).Me ne frego.
Attaccano, volume basso pubblico composto abbastanza. Alcuni vicino a me danno le spalle al palco e parlano dei cazzi loro (ma dico:55 euro per un biglietto e non ti senti il concerto e non lo fai sentire agli altri? Aveva ragione Zucchero a Porto Cervo: lanciò le arance al pubblico che non ascoltava il concerto e che aveva pagato 500 euro per essere li).
Non ho mai amato alla follia i Radiohead però...
Però sono bravissimi, easy going direbbero le vecchie professorese di inglese, colti.
Thom Yorke fa la parte del tarantolato governando la sua voce lamentosa e dolorosa su vette similsoul, il batterista è un onesto batterista,il tastierista è un onesto tastierista e il chitarrista è bravo ma...
Ma deve qualcosa a qualcuno direi e cioè a Dacvid Gilmour. Uguale l'uso degli effetti, uguali gli amplificatori (Hiwatt) uguale un certo attardarsi sulle note rendendole liquide.
perché diciamolo:senza i Pink Floyd niente Radiohead .
Thom e i suo hanno scomposto gli assoli di chittara di gilmour e gli hanno rimontati mettendoci sopra un po' di sinth e una vera batteria.
Detto questo: gran concerto con il frontman forse troppo protagonista (canta,suona le tastiere, la batteria, parla in italiano) e che ha preso qualche stecca. Ma ci stava prendere stecche o cantare male su una base precampionata ci sta, è logico.
Il pubblico a parte quei minchioni che parlavano del più e del meno affianco a me era quasi in religioso silenzio.
A me è piaciuta molto National Anthem con quel giro di basso e l'intro estratta dai titoli del TG1.
Non mi hanno mai esaltato i Radiohead, ma comunque è stato un concerto stupendo.Il mio amico forumista Buzz concorda, il mio amico Marcello Merlo che mastica marketing e Radiohead dice che è stato stupendo ma non è attendibile.. Marco Albanesi grande collega ternano li ha visti anche il giorno prima e dice che hanno spaccato.

Appuntamento a presto con il mio terzo concerto di Erikah Badu (sono un eclettico)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

certo che senza i Pink Floyd niente Radiohead...
ad ogni buon conto è vero

Masterclass

Anonimo ha detto...

sì un buon concerto ma quello del 17 è stato epico: pioggia, atmosfera crepuscolare, ragazze con la maglietta bagnata e i capezzoli in evidenza, pochi fighetti.
E musica perfetta.
Sì, senza i PF non sarebbero i RH, ma oggi non c'è nessuno superiore a loro. Lunga vita ai RH.

merz

PS. ma chi l'ha detto che Marcello Merlo non è attendibile?