Una volta realizzato che in Sardegna ci sono pochi concerti sono "costretto" a trasferirmi...
Vado a Pavia per l'università.E' il settembre 1988 e mi iscrivo ad economia e commercio, i primi mesi sono di adattamento in una città nebbiosa che non conosco ma poi con l'arrivo della primavera e con il progredire faticoso dei miei studi arriva la notizia che i Pink Floyd suoneranno all'autodromo di Monza. Io ho scoperto il rock con i Pink Floyd, The Wall è stato il primo disco che ho ascoltato. Avevo nove anni quando è uscito e, nel 1987 quando sui giornali musicali si parlava dell'uscita di A Momentary lapse of Reason mi ricordo di averne parlato col mio amico Corrado seduto sulla cattedra della professoressa (eravamo in quarta liceo).Così proprio da Corrado si parte. Infatti nel settembre 1989 io lui e Pietro con la sua golf GTI ci fiondiamo all'autodromo.
Passiamo a piedi sotto il ponte della parabolica e si staglia di fronte a noi un palco di forma rettangolare nero e amplissimo. Comincia ad imbrunire e la folla si ingrossa (qualcuno dirà poi che sono 80 mila).
Ad un certo punto sentiamo uno sciabordio, come una barca che a remi si muove nel lago e, non capiamo da che parte viene. Scopriamo che è l'amplificazione quadrifonica che rimanda il tutto, ci sentiamo accerchiati dallo sciabordio, da voci, rumori di porte sbattute violentemente e di motori d'automobile. Praticamente in tutto il perimetro dello slargo che ci ospita sono posizionati una serie di altoparlanti. I Pink (Roger Waters poi) hanno sempre usato due tipi di amplificazioni quella quadrifonica (per il preconcerto) e quella del concerto. Io, a 19 anni, non stavo nella pelle e guardavo a bocca aperta queste meraviglie tecnologiche.
Insomma il momento arriva e noi tutti urliamo in un delirio collettivo di ex fricchettoni, adolescenti con genitori e di semimodelle curiose di capire che musica fa il gruppo delle loro prime canne.
Giudicare quel concerto per me è difficile, ricordo che cantavo a squarciagola e ricordo diistintamente i salti di Gary Wallis sulle percussioni durante l'esecuzione di Sorrow conclusa da un grande solo di Gilmour.
Ricordo anche alcune parti di Dark Side e, alla fine di On The Run, un letto (molto grande) che si schianta sul palco proprio nel momento dell'esplosione.
Ricordo anche One of These Days col suo maiale dagli occhi luminosi che, attaccato ad una gru, volteggia su di noi. Sono a bocca aperta e i imiei amici anche .Ora, col senno di poi devo dire che il concerto era perfetto ma forse troppo. Molte basi preregistrate, poca improvvisazione molto manierismo, ma tant'è.
Comincia a belenare in me il seguente concetto:potrai raccontare a tuo figlio che hai visto i Pink Floyd...
Ora posso dire che di racconti ne posso fare proprio tanti.
1 commento:
Grande concerto Bizio, non lo scorderò mai! Un'emozione fantastica e ti devo dire grazie per avermi "scortato" con il tuo amico Pietro!
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