
Roma ippodromo delle Cappannelle 16 luglio.
L'hyppo è sulla Appia Nuova, una linea continua di marciapiedi squadrati che incorniciano una strada a doppia corsia.
Abbarbicati su marciapiedi stazioni di servizio, ristoranti finto brasiliani con palme di plastica luminose,sfasciacarrozze e qualche rara mignotta.
In moto,rispettando i limiti per (godermi?) Il paesaggio penso a Pasolini, ai suoi ragazzi di vita,alle avventure del riccetto e dei suoi accoliti.
Ma ogni tanto sui lati della strada si vede l'Appia Antica con i suoi monumenti illuminati le sue rovine, la tomba i Cecilia Metella.
Perchè come dice Jovanotti dentro un mondo c'è un altro mondo che contiene un mondo ecc,ecc.
Sacro e profano, mignotte e cavalli,macchine e moto, uomini donne e duran.Qui si mischia tutto.
Sui Duran,potrei scrivere un trattato.
Il secondo quello che ha fato nascere volontà imitative (i capelli di John Taylor, le meches di Le bon, le giacche destruturate dai colori fluo ma anche l'interesse per la musica elettronica ) sono stati i Duran.
Che stagione quella fra la seconda liceo le la quarta.
Mia cugina che sta per partorire Francesco era innamorata pazza di loro e cosi le su amiche.
Quando li vedevano alla TV erano lacrime a tottu pompa (modo di dire sardo) e lei con la sua amica Cristiana, Evelina e Barbara (stupido io che non ci ho fatto niente) e soprattutto c'era il litigio su chi dovesse sposare quel lungagnone di John Taylor: bassista inconsistente aria androgina, capelli al vento e fidanzato con Renee Simonsen una delle più grandi gnocche-modelle dell'epoca.
Noi maschietti che facevamo? Li imitavamo. Qualcuno si faceva crescere i capelli sulla nuca (io) qualcun altro (Giuseppe Pinna) si faceva fare le meches dalla mamma parrucchiera la compianta Gina e provava suonare le tastiere (yamaha dx7,il sintetizzatore polifonico dell'epoca) come Nick Rhodes.
Tutti fenomeni imitativi che hanno lasciato uno strascico esclusivamente nelle nostre menti.
Insomma ieri è stata la seconda volta che ho visto i Duran in vita mia
Già visti due anni fa al Forum con il tour di Astronaut (buon concerto) con Le Bon che faceva le piroette e il chiarrista originale Andy Taylor. Quest' anno Andy manca ma il concerto non è stato per niente male.
Partono con una manciata di brani del nuovo disco (belli direi) ma poi il primo tuffo nel passato arriva con Hungry Like The Wolf e il pubblico delle Capannelle esplode. Finalmente le canzoni vecchie penso io.
Arriva Save a Prayer e il pubblico canta e poi la sottovalutata Wiew to a Kill che per me è sempre stata bella.
Emergono su tutti i sequencer di Rhodes (il missaggio li esalta) e la forte applicazione di John Taylor nel suonare il basso mentre invece non sono ancora riuscito a sciogleire il dubbio:Roger Taylor la batteria la sa suonare oppure no?.
Certo è che ha un drumkit molto elettronico, il rullante è filtrato, i Tom sono talmente tesi che invece che tu tum fanno schkak schlak comunque c' anche da dire che la batteria è al servizio delle canzoni che hanno una forte impronta elettronica, sintetica.
A metà concerto l'elettronica si esalta. Appaiono al centro del palco campionatori e batteria elettronica e i quattro escono vestiti di nero con microfoni a guancia a partono con canzoni comne All She Wants Is, I don't Want Your Love e Warm Leatherette canzone di Grace Jones nel pieno periodo Nassau Sound.Però puntualizziamo il Nassau Sound erano Sly & Robbie che hanno suonato basso e e batteria nelle migliori produzioni della Jones, i due Taylor (basso e batteria dei Duran) a Sly & Robbie non allacciano neanche le scarpe.
Ad ogni buon conto il set elettronico funziona i quattro si ispirano chiaramente ai Kraftwerk (ne copiano i movimenti) e tirano fuori una serie di suoni che fanno impallidire i Nine Inch Nails ( i quali hanno preso molto dai primi Duran).
Fine del set elettronico, arriva Wild Boys e poi fin giù fino al bis di Rio. Molto bella in fondo. Pubblico felice, gruppo partecipativo.
Bel concerto veramente.
1 commento:
Bella sta recensione!
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